1° classificato – Marcaurelio Iacolino, Il vino, liberazione dei sensi: L’artista ha saputo trasmettere, attraverso pochi e significativi elementi, l’idea di energia e di slancio euforico dei sensi che caratterizza l’ebbrezza dionisiaca. L’esplosione cromatica che scaturisce dal calice di vino è una chiara manifestazione di forza istintiva, vitalità, follia, passione, esaltazione, e rimanda anche alla perdita di stabilità e di misura che può derivare dall’eccesso. Il valore dell’opera è accresciuto, in termini di materiali impiegati, dall’eleganza e dalla preziosità del color oro.
2° classificato – Sara Di Costanzo, Verde vino: Dioniso colto nel momento di abbandono all’inebriamento e al sonno etilico. L’opera ruota intorno al valore semantico dei colori: il rosso esalta la vitalità, il verde celebra, in maniera simbolica, la forza della natura e la fecondità, di cui Dioniso è l’interprete mitologico per antonomasia. Eccentrica la contaminazione stilistica tramite le formule chimiche relative ai componenti del vino, registrate come un appunto veloce sulla pagina di un quaderno.
3° classificato – Irene Albano, In vino hilaritas: La particolare tecnica utilizzata, con l’applicazione sulla tavola di materiali legati al vino, conferisce una eloquente matericità all’opera, che nelle cromie evoca le sfumature del vino. Sulla superficie pittorica si affaccia l’immagine moltiplicata di un moderno ilare Dioniso, che ben esprime l’irrazionalità e la caduta di ogni freno inibitorio, rappresentato, grazie ad una sagace citazione, dall’autoritratto ridente del pittore cinese Yue Minjun.
Segnalazioni
Linda Angelini, Baccanale: L’opera, realizzata grazie alla fusione completa tra l’artista e la tela, esprime magnificamente lo spirito primordiale che incarna il mito di Dioniso, figlio della notte e della passione. La pertinenza al tema è data dalla capacità di raccontare, in una visionaria rappresentazione a raggi x, corpi nel turbinio dell’estasi e del movimento, facendoli dissolvere nel colore, proprio come le loro menti sono dissolte nell’offuscamento causato dal vino.
Giuseppe Genna, Notte con Dioniso: Originale rilettura del mito quale protagonista dei grandi capolavori del passato. Di grande forza espressiva l’insieme della composizione, ottenuto ricorrendo alla pittura digitale, fatto di elaborazioni prospettiche che creano un mosaico euforico e indefinito, che sembra voler descrivere per immagini la percezione distorta di un ebbro. Vitalità, luce, irrazionalità, confusione, incoscienza si fondono in un tutto armonico.
Antonio Telesca, Life: L’opera, che nella sua tridimensionalità ricorda il mosto lasciato a bollire, simboleggia la forza creatrice della natura e la pura essenza dello spirito vitale, primordiale e oscuro, rappresentato dal mito dionisiaco. Lo spettatore è quasi ipnotizzato e trasportato in un universo altro, etereo, ma intenso, come il profumo di un bicchiere di vino.
Anna Mazza, Bacco Tabacco e Venere: L’immagine trasmette la levità dell’abbandono all’ebbrezza da parte della figura femminile, sia attraverso le pieghe del pareo, il cui colore si confonde con il vino nel bicchiere, sia attraverso il fumo della sigaretta, che sembra pervadere tutta la parte destra del quadro, riempiendolo di materia impalpabile.
Premi speciali
Premio Speciale della Giuria Popolare: Salvatore Malvasi, Dioniso: la debolezza della forza
Premio Speciale degli utenti di Facebook”: Linda Angelini, Baccanale