Premio Enogea 2009 – Vincitori

I classificato: Vittorio Vertone, “Enoreazione nell’enotipo”: l’opera, trasfigurando in forma pittorica la materia stessa del vino e della vite, supera la rappresentazione mimetica, tramite forme e colori che esprimono la sintesi della fatica del lavoro della terra e del godimento del suo prodotto, il vino.


II classificato: Sonia Nardocci, “Il vigneto”: l’opera rappresenta il legame dell’uomo con il paesaggio attraverso lo scorrere del tempo, in quanto riesce a cogliere la sovratemporalità di un lavoro millenario quale quello della coltivazione della vite, che si ripete da secoli sempre uguale. Nell’opera l’autrice esprime anche l’armonia tra uomo e terra simboleggiata dalla coltivazione della vite.


III classificato
: Gianremo Montagnani, “Vigneti e antiche cantine del Vulture”: l’opera trasmette la poesia del vino e della terra, attraverso una tecnica a gouache che è un omaggio alla sinuosità delle colline del Vulture.


Segnalazioni

Antonella Malvasi, “A salut d tutt quand”: con pochi tratti che tradiscono una buona padronanza del disegno racchiude l’anima di Enogea e della Basilicata.


Antonio Alfano, “Trascorrenza”: il chicco d’uva tradisce una mano e una competenza del disegno, dove le tracce di scritte e cenni disegnativi non sono mancanza di capacità, ma rappresentano un gioco fintamente ingenuo che colpisce, come la freschezza dell’opera.


Angelo Accardi, “International air wine”: rappresentando la Basilicata al di fuori dei canoni consueti esprime anche il sogno di sostituire al senso tragico dell’ultimo decennio di questa metropolitana realtà universale, con le sue solitudini ed inquietudini, quello di una felicità portata e trasmessa dal vino.


Giuseppina Villano, “Bacco lucano”: il Bacco esalta il sorriso e la felicità del consumo del vino che completa il ciclo della produzione tradizionalmente legata ad un senso di fatica e sacrificio.


Maria Grazia Tarulli, “Dalle dolomiti lucane alle pianure del metapontino”: interessante questa interpretazione dalle dolomiti al metapontino che guarda a Dalì.


Menzione speciale per l’autore storico del territorio del Vulture, Nicola Saracino, con l’opera “La vendemmia”.

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